Sinfonia n. 6 – “Patetica” Quarto tempo
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Ciakovski ha dato voce nelle sue sinfonie al più vibrante romanticismo; in lui l’espressione delle esigenze fondamentali di felicità dell’uomo è immediata, quasi viscerale. Al centro della sua musica c’è indubbiamente il suo ‘io’. Tuttavia questo ‘io’ è come rinchiuso in se stesso. L’esigenza non diventa vera domanda: non c’è apertura ad una realtà più grande, ad una possibilità imprevista. L’io si ripiega sul suo dolore, sulla assenza di significato. E così, unica tra le sinfonie romantiche, questa ‘Patetica’ di Ciaicovski termina con un quarto tempo stranissimo: non un finale trionfante o drammatico, ma uno spegnimento progressivo, esausto. E’ una rassegnazione totale, una resa all’impossibilità di realizzare il grande desiderio di felicità. Ciaicovski è grande nell’esprimere questo desiderio; ma non riesce a tenere il livello misterioso della risposta, non riesce a fare spazio ad una attesa umile e fedele, a farne domanda che attende veramente la risposta. E’ l’espressione del dramma di tanti uomini che hanno considerato seriamente le grandi domande del senso religioso, ma hanno prematuramente concluso che non può esservi risposta. Il Vangelo assicura che “chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto, a chi chiede sarà dato”: è questa la grande possibilità alla quale non si deve mai precludere la propria persona.
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